ENERGIA
1-
Sostituire lavatrice, lavastoviglie, frigorifero con modelli ad alta
efficienza 2 - Sostituire tutte le lampadine tradizionali con quelle fluorescenti compatte 3 - Coibentare la casa evitando la dispersione del calore del riscaldamento ACQUISTI 4 - Evitare prodotti "usa e getta" e preferire invece tutto ciò che è durevole. ALIMENTI 5 - Dimezzare il consumo settimanale di carne e diminuire, almeno del 30%, l'uso di olio, di grassi e formaggi 6
- Aumentare il consumo di ortaggi, verdure fresche e frutta (di
produzione RICICLO 7 - Separate carta, vetro, alluminio, plastica dagli rifiuti domestici e cercate sempre di riparare apparecchi, mobili,vestiti, scarpe. PULIZIE 8 - Usare con parsimonia i detersivi e privilegiare prodotti naturali per la pulizia della casa: come l'aceto, il limone e l'alcool TRASPORTI 9 - Usare i mezzi pubblici per il 50% degli spostamenti pur mantenendo l'automobile SUPERFLUO 10
- Eliminare totalmente il tabacco, i liquori e i superalcolici |
Da
qualche tempo l'opinione pubblica guarda con apprensione alle
biotecnologie, non tanto alle applicazioni mediche, quanto invece ai
possibili sviluppi nel settore alimentare. Si scrive, si sente, si
legge un po" di tutto, e riteniamo utile tentare di rispondere ad
almeno due dei possibili interrogativi: perché ricercatori ed
industriali sviluppano i cibi transgenici, e - seconda domanda - come
si può affrontare il problema dei rischi e dei benefici di tecnologie
così vicine ai consumi ed alle esigenze dell'uomo? Per quanto
concerne la prima domanda, dobbiamo riferirci alla situazione attuale
dell'alimentazione mondiale. Nel mondo industrializzato, la
popolazione urbana supera il 90/95%, il che significa che solo una
esigua percentuale che vive in campagna coltiva la terra o esercita la
zootecnia procurando a sé stessi ed ad un numero sovrabbondante di
cittadini il cibo necessario. Questo impone ai coltivatori l'impiego
di tecnologie idonee, che permettano un rendimento alto in termini di
resa per ettaro e di guadagno. Donde l'impiego di macchine agricole,
fertilizzanti , agenti chimici idonei alla protezione da insetti,
funghi, erbe infestanti, ed a conservare i cibi durante il trasporto.
Il cibo infatti, essendo prodotto lontano dal luogo in cui viene
consumato, ed essendo deperibile, deve essere conservato. Questo
richiede manipolazioni di ogni tipo: liofilizzazioni, inscatolamento,
imbustamento sotto vuoto, addittivazione con antiossidanti,
aromatizzanti, conservanti. Basta andare in un supermercato per
verificare che , in pratica, non vi è un solo alimento che provenga
direttamente , inalterato, dal luogo della produzione senza intervento
dell'uomo. Inoltre , la scienza (unita all'esperienza dei contadini)da
sempre seleziona, ibridizza, cerca piante che rendano di più in
termini di resa per ettaro e di valore nutritivo. Da qualche tempo, il
perfezionamento della genetica e della biochimica permette interventi
più mirati ,ed è di questo che si occupa oggi l'opinione pubblica..
Paradossalmente, ci si preoccupa ora che gli interventi sono basati su
precise conoscenze, e si tende ad accettare per buono ciò che
derivava e deriva da pratiche empiriche. E veniamo alla seconda
domanda. Per garantirci da possibili controindicazioni, occorre
soprattutto controllare. Oggettivamente, i cibi di nuova generazione
sono certamente più controllati , proprio per l'interesse che si è
svegliato su di essi, dei cibi "normali" . L'impressione è
che ci si trovi, come spesso accade, di fronte ad una incongruenza di
fondo, che vede nel naturale il bello ed il sano, e nel tecnologico il
brutto ed il cattivo, ad onta di svariati volumi scientifici che
parlano della "tossicità dei cibi genuini". Occorre quindi
esaminare questi cibi non come a sé stanti, ma nel contesto
dell'intero panorama della nostra alimentazione, che vede pratiche
spesso nocive, tipo quelle che hanno portato al fenomeno della mucca
pazza, o alla presenza di diossine e PCB nei mangimi, o anche al
trattamento ormonale del bestiame, spesso effettuato ,soprattutto in
Europa, al di fuori di ogni idoneo controllo. E certamente è
interesse di tutti, produttori compresi, che si costituisca una
"sponda scientifica credibile", composta da operatori e
ricercatori pubblici, che abbia la fiducia dei cittadini per
composizione, operatività, livello anche morale dei componenti e che
elimini, su basi scientifiche, paure che si rivelino indebite.
E' importantissimo che il nostro paese si inserisca nella ricerca e nello sviluppo di queste tecnologie, sia nel settore vegetale che in quello animale ed umano. Tecnologie che sono, a mio modesto avviso, destinate ad affermarsi sempre di più. Restare fuori significa non avere esperti atti a controllare, ed importare prodotti altrui. Nel dopoguerra facemmo il bizzarro esperimento di non consentire la brevettabilità dei farmaci: il risultato fu la asfitticità di uno sviluppo italiano nel settore farmaceutico, con conseguente costosissima importazione. Chi vive nel mondo della ricerca non sottovaluta il messaggio dato da Clinton e Blair nel presentare il chiarimento del genoma: è un richiamo che il mondo anglosassone fa alla scienza laica, un appello ai giovani che vogliono occuparsi di scienza che, ora, sanno dove andare per svilupparsi e realizzarsi nelle tecnologie biologiche. L'Europa, e l'Italia, non possono rimanere indietro, per subire, una colonizzazione tecnologica da parte degli USA ed anche dell'Inghilterra. Si dà per scontato in molte delle polemiche che l'attuale primato statunitense nelle biotecnologie sia destinato a rimanere definitivo, e non ci si rende conto del fatto che proprio la precarietà della posizione europea, dovuta alla incertezza decisionale ed alle polemiche, sta di fatto scoraggiando ogni iniziativa, anche di ricerca. Il che porta un enorme vantaggio ai paesi che continuano a lavorare, a ricercare, a costituire per i giovani che vogliono fare scienza un punto di riferimento e di approdo per la loro vita Sta a noi portare al settore quei contributi di scienza, ed anche di cautela, che sono necessari
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